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Servizio pubblico e territorio

Il decentramento ideativo e produttivo della RAI voluto con la riforma del 1975 non è stato realizzato, nonostante un certo potenziamento dell'informazione regionale. Al contrario, sembra quasi sia stata favorita una progressiva centralizzazione della programmazione e della produzione.

Alla stregua di France 3 (che, peraltro, grazie alle produzioni regionali, conosce una tenuta complessiva del proprio ascolto, nonostante la concorrenza dei canali informativi e l'avvio di nuovi programmi in ambito regionale) anche in Italia la Terza rete, nata per dare spazio – alquanto burocraticamente – alla complessità politica, economica e sociale prevista in tutte le ventuno regioni della Penisola, non ha adeguatamente potenziato la produzione regionale, fatta eccezione per i notiziari informativi, ed è stata poi "rinazionalizzata". Ha finito con il diventare, nella sua indiscussa originalità editoriale, una terza rete nazionale, simile alle altre e usata per completare la controffensiva della RAI nei confronti della concorrenza privata

Il progressivo abbattimento delle barriere linguistiche da una parte, e il bisogno di recuperare le radici locali dall'altra, imporranno comunque una diversa articolazione territoriale rispetto all'attuale canale generalista nazionale, con una offerta che sarà sempre più articolata sia verso il globale sia verso il locale. Di conseguenza assistiamo a rinnovate necessità di riannodare i legami tra la televisione e le istanze locali, in contrasto con le pratiche in atto di centralizzazione della programmazione e della produzione., Con la moltiplicazione dei canali e la scoperta del glocal , è giunto il tempo di proporre un significativo rilancio del rapporto dei media con il territorio, non solo a livello regionale ma anche di aree metropolitane, sia dal punto di vista informativo, sia con altre forme di produzione.