La questione televisiva
Il più importante tra i mass media, la televisione,
sembra dunque essere uscita dal ventesimo secolo con una
immagine appannata, quasi vergognandosi ormai del ruolo sociale
svolto per alcuni decenni, decisamente orientata a una funzione
ludica e edonistica, appagata del mantenuto successo commerciale.
Proprio per questo motivo dobbiamo tornare a parlare del
suo ruolo sociale, in particolare nel rapporto tra i cittadini
e le istituzioni. Aveva forse ragione Neil Postman quando,
di fronte ai pericoli dell'invadenza di un Grande Fratello
orwelliano che ispirato ai totalitarismi del secolo si dedicasse
al controllo degli individui, indicava piuttosto il rischio
di un modello più subdolo e strisciante, quello immaginato
da Aldous Huxley nel suo Mondo Nuovo, nel quale il piacere
individuale e la tecnologia biologica sarebbero stati i collanti
della omologazione collettiva. In effetti le ideologie totalitarie
sono cadute, l'uso propagandistico dei media si è stemperato – ma
certo non è cessato – il Grande fratello è a
disposizione di tutti e i media continuano a svolgere verso
la società civile un ruolo quanto meno ambiguo.
Le opinioni sono ovviamente molteplici.
Si può essere
d'accordo sulla liceità di un uso dei media orientato
al profitto, e il principio del piacere ne costituisce legittimamente
la principale fonte energetica. Ma non ci sono altre necessità?
Sono diminuite alcune tra le motivazioni essenziali che negli
anni '50 hanno accelerato la diffusione della televisione:
il bisogno di conoscere un mondo prima irraggiungibile ai
più, quella di semplificare e avvicinare i sistemi
linguistici e culturali, quella di assistere l'urbanizzazione
e la modernizzazione. Ma non ci sono nuove esigenze di pubblico
interesse? I media sono percorsi da mode, spinte ai consumi
e a nuovi stili di vita, che alcuni ritengono funzionali
alla evoluzione sociale, altri indicano come elementi di
disgregazione e di decadenza. In termini valoriali queste
tematiche comunque riguardano la vita privata. Il benessere
collettivo appare abbondantemente trascurato anche nell'immediato,
quasi fosse estraneo al mandato dei media. |