A cavallo tra sviluppo tecnologico e ruolo sociale
I mezzi di comunicazione di massa hanno
assunto un ruolo nevralgico nelle società sviluppate, ponendosi al
centro di processi culturali, economici e politici che sono,
allo stesso tempo, causa ed effetto della complessità dell'epoca
contemporanea.
La storia evolutiva dell' umanità ha
camminato su una tavola di conquiste e di crisi, con rallentamenti
e accelerazioni, sulla quale hanno agito forze, individuali
e collettive, ispirate da paradigmi religiosi, culturali,
di costume, di lingua, e di potere.
L'informazione, che è il portato
di senso e
di significato fondamentale della comunicazione,
per tutta una lunghissima fase è stata un fenomeno
latente ed accessorio, nelle rare "cronache" volute
dai potenti e priva assolutamente di una propria autonomia
strutturale, oppure come componente dei saperi tramandati
di generazione in generazione.
Dall'invenzione della stampa in poi,
fino agli attuali metodi produttivi, è andata crescendo la possibilità di
riportare con sempre maggiore velocità e accuratezza
i fatti, di divulgare le idee, di diffondere la conoscenza
dei singoli e delle élites a pubblici sempre più vasti.
Velocità e diffusione danno
alla comunicazione una autonoma configurazione, un assetto
riconoscibile ed identificabile, ed un peso sociale ed
economico crescenti fino a costituirla come vero e proprio
sottosistema sociale.
Un sottosistema che vede la nascita
e il moltiplicarsi di imprese, figure tecniche e professionali,
mercati e prodotti, insieme con tensioni, aspettative e
conflitti, in vario modo agenti nella società.
Per tutta una lunga fase, fra il XVII
e il XVIII secolo, sarà l'informazione, nella sua
estrinsecazione come giornalismo ,
ad agire fondamentalmente da collante e da megafono alla
classe borghese in formazione ed alla sua presa di potere.
L'attività informativa, appunto nelle forme del giornale
politico, si mostra capace di influenzare, a diversi livelli
e nelle direzioni più disparate, l'evoluzione stessa
dei processi sociali, agendo sulle coscienze dei singoli
e contribuendo al nascere ed allo svilupparsi di tendenze
ideologiche e culturali anche conflittuali con la stessa
borghesia, di movimenti politici e religiosi, di modi e di
stili comportamentali, con dinamiche che andranno a rivoluzionare
la vita privata, quella collettiva, il diritto e la concezione
stessa dell'individuo e della società.
Le ragioni e le specificità originarie
dell'informazione stanno allora essenzialmente nella formazione
e nel consolidamento, dapprima nel solo Occidente, di quella
particolare formazione sociale che viene definita opinione pubblica ,
in presenza ed a fianco di altre modalità del comunicare
che hanno contribuito alla nascita delle moderne democrazie
e della società di massa: dalle prime forme di propaganda
organizzata del movimento operaio, a tutte le altre, diversissime
forme di attività informative collegate all'ambito
privato e pubblico, dalla pubblicità alle agenzie
di informazione a diffusione intercontinentale fino ai più recenti
scenari disegnati dal cablaggio delle città e dalla
potenza di reti telematiche come Internet.
L'epoca moderna ha visto un rapido
sviluppo delle nuove risorse e tecniche della comunicazione,
specialmente per quanto concerne la trasmissione e la ricezione
dei segnali e dei messaggi. Da una scoperta all'altra,
il ritmo delle invenzioni e dello sviluppo delle tecnologie
applicate all'informazione si accelera. Il fonografo è stato inventato all'inizio
della seconda metà del XIX secolo; il telegrafo elettrico
verso il 1840 e la prima trasmissione di un messaggio pubblico
telegrafico avviene nel 1844. La radio viene inventata nel
1895. Dal 1904 iniziano le trasmissioni di fotografie via
telegrafo e la prima immagine televisiva è realizzata
nel 1923. Le prime reti di radiodiffusione sono installate
nel 1920, la televisione appare nel 1930 e le trasmissioni
regolari della televisione a colori iniziano nel 1954. Il
lancio dello Sputnik risale al 1957 mentre Early
Bird , il primo satellite commerciale di comunicazione, è messo
in orbita nel 1962.
Con lo sviluppo delle nuove tecniche della comunicazione,
il broadcasting , prima radiofonico poi televisivo,
ha acquisito la capacità di unire “in diretta” milioni
di persone, potenzialmente un'intera comunità linguistica
e culturale, intorno allo stesso canale. Con il lancio dei
satelliti, a partire dagli anni Sessanta, il sistema delle
comunicazioni arriva a coprire l'intera superficie del pianeta
e l'informazione - soprattutto quella televisiva - ha potuto
dispiegare interamente le prerogative della sincronicità e
della velocità che sono ad essa date dalla tecnologia
elettronica, sviluppatasi in maniera esponenziale a partire
dal secondo dopoguerra. L'informatica ha poi enormemente
facilitato e ampliato la trasmissione di messaggi, influenzando
l'economia e la cultura e trasformando la natura stessa del
linguaggio. Internet e le reti satellitari e terrestri tendono
ormai ad azzerare il problema della distanza realizzando
la connessione globale, ma non hanno sostituito il potere
di influenza e di coesione sociale generati dal canale generalista.
Si delinea una gerarchia del tutto nuova
di rapporti fra società e
comunicazione, che genera tensioni nella politica, nella cultura
e nell'economia, a livello dei singoli stati nazionali e a
livello sovranazionale, come nel caso della Unione Europea.
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