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I media nella nuova Europa

Occorre ribadire il ruolo sociale dei media e del servizio pubblico nella Costituzione della nuova Europa.

Il protocollo addizionale al Trattato di Amsterdam ha legittimato il ricorso al canone e ad altri fondi pubblici giudicando tali aiuti di Stato non lesivi dei principi della libera concorrenza, quando essi siano destinati a missioni di servizio pubblico definite da contratti di servizio. Ma rimangono alcune ambiguità di fondo che possono essere sciolte in ambito europeo e nazionale solo attraverso la costituzionalizzazione del servizio pubblico. La Convenzione Europea avrebbe dovuto dichiarare nelle conclusioni costituzionali l'insostituibilità del servizio pubblico radiotelevisivo anche nell'universo multimediale digitale.

Nella realtà europea di oggi e del domani prevedibile, il servizio pubblico audiovisivo conserva una funzione insostituibile per la diffusione, l'appoggio e il consolidamento dei principi etici che saranno alla base della futura Costituzione europea. Com'è noto, esistono posizioni diverse in merito alla regolamentazione degli scambi commerciali per i prodotti culturali e audiovisivi nel mercato globale. Ma al di là delle questioni relative alle cosiddette “eccezioni culturali” su cui si possono avere opinioni differenti, è auspicabile che sul servizio pubblico possa essere trovata un'ampia convergenza, anzitutto da parte dei rappresentanti dell'Italia.

Il servizio pubblico deve servire perennemente l'ispirazione fondamentale dell'integrazione europea, e cioè la coesione nella democrazia, la formazione dei cittadini, il pluralismo politico. I governi nazionali dovranno rimanere i titolari delle competenze normative in materia di sistema integrato delle comunicazioni e di definizione delle missioni del servizio pubblico, ma a livello della Costituzione Europea la funzione e l'utilità del servizio pubblico dovrebbe essere chiaramente espressa e sancita, perché, come si è detto tante volte, i problemi della comunicazione sono problemi europei e soprattutto sono europei i principi generali che li devono sorreggere.

Un'altra tendenza nell'Unione europea è guardare ai broadcaster multimediali pubblici come fattori di equilibrio e di salvaguardia delle identità culturali specifiche, anche perché la globalizzazione rende sempre più improbabile che l'offerta commerciale resti radicata alle culture locali.

In questo contesto i broadcaster multimediali pubblici europei dovrebbero al più presto individuare una gamma di impegni che possano essere al centro di una vera e propria rifondazione delle aziende. Questa indicazione sembra in contrasto con le linee seguite negli ultimi anni in Italia, sotto gestioni di differente ispirazione politica. Peraltro alcuni obbiettivi del servizio pubblico devono oggi, in un ambiente multipiattaforma, servirsi di canali alternativi, anche non generalistici, inseriti in un progetto unitario di comunicazione sociale.