INFOCIVICA ritorna alla home “Infocivica vuole  facilitare il rapporto tra i cittadini, le istituzioni e gli organismi pubblici favorendo l'ideazione e la realizzazione di programmi di servizio pubblico e 
di servizi di pubblica utilità nella società dell'informazione.“
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L'informazione istituzionale e politica

Rendere oggi un servizio pubblico ai cittadini, tramite le tecnologie dell'informazione e quelle della formazione permanente, vuol dire inoltre porre i potenziali fruitori al centro del sistema, dotandoli gradualmente della possibilità di accedere alle conoscenze alle quali sono o possono essere interessati.

Un servizio pubblico d'informazione sulle attività delle istituzioni dovrebbe anche consentire al cittadino-utente di monitorare l'operato dei rappresentanti politici che, con il suo voto, ha contribuito ad eleggere. Questo tipo di attività è centrale alla missione del servizio pubblico radiotelevisivo in una moderna democrazia. Non può dunque essere affrontata sciattamente o spettacolarmente, né secondo interessi di parte. Non possono essere applicate, in questo tipo di attività, le logiche dello spoil system . L'informazione istituzionale non può essere gestita solo per gli addetti ai lavori: il microcosmo dei politici, dei funzionari e dei giornalisti, ma deve essere offerta per interessare i cittadini e gli elettori.

Rigore, ma anche creatività: il successo della televisione è legato alla capacità di reinventare il proprio ruolo realizzando la pluralità e la contaminazione dei generi. Devono essere superate le logiche della politica come un tele-ghetto, ospitato controvoglia sui canali generalisti, come quella della tele-arena, dove il duello politico è enfatizzato; nello stesso modo l'informazione istituzionale non può essere gestita solo per gli addetti ai lavori, il microcosmo dei politici, dei funzionari e dei giornalisti, ma deve essere offerta per interessare i cittadini e gli elettori.

Nel progettare l'informazione istituzionale va evitata una illusione: che si faccia da sé. Che basti aprire un microfono, o piazzare una telecamera in Parlamento e il più è fatto. Non si farebbe in questo modo un buon servizio né ai cittadini, né alle istituzioni. Occorre una guida per orientarsi nella giungla dei luoghi della politica, come anche negli uffici delle amministrazioni pubbliche e di quelle locali.

Occorre chi legga, chi sintetizzi, chi verifichi le fonti, chi informi sugli incarichi e le competenze dei singoli personaggi. Occorre, cioè, la mediazione dei giornalisti e dei professionisti della comunicazione. Fare un racconto di eventi e fatti, che a tutta prima possono apparire tediosi, riuscendo a trovare il modo per sollecitare l'attenzione del pubblico cui il messaggio è diretto: questa è la famosa “qualità”. Insomma, c'è informazione infocivica di qualità, quando si riesca davvero a far capire al cittadino medio che in Parlamento o al Comune o alla Regione ci si sta occupando di lui.

Occorrono regole trasparenti e autorità di garanzia e di controllo che vincolino l'attività del professionista del servizio pubblico al totale equilibrio e rispetto verso le opinioni altrui, assicurandogli allo stesso tempo un livello più alto di libertà. Occorrono regole trasparenti anche sul sistema di nomina delle gerarchie professionali, lontane dalle logiche dello spoil system o dell'autoreferenzialità corporativa.