Seminario di Infocivica in collaborazione con Globus et Locus
Milano - 15 gennaio 2009
Presenti: Piero Bassetti, Fausto Colombo, Livia D’Anna, Edoardo Fleischner, Giacomo Mazzone, Gerardo Mombelli, Bino Olivi, Remigio Ratti, Giuseppe Richeri, Bruno Somalvico, Ivana Trevisani
Bruno Somalvico: Riguardo al contesto europeo, in seno ai broadcaster pubblici e all’Uer (Union européenne de radio-télévision), attraverso lo sforzo congiunto anche della Rai, si riuscì ad avviare un embrione di televisione paneuropea multilingue dalla quale è partorito poi Euronews che nonostante una difficoltà di modello di business, è sopravvissuta pur tra mille difficoltà senza avere dagli attori che la proposero una spinta innovativa. Non sono d’accordo però sul riferimento a Murdoch. Mi pare che la strategia di Murdoch sia stata quella di un gruppo strutturalmente globale che per fare soldi, che ha customizzato, nazionalizzato, adattato ai singoli mercati linguistici dei canali che sostanzialmente erano concepiti ed editati fuori dall’Europa. Al di là delle sinergie importanti che permettono a skytg24 di fare informazione capillare e più completa di quella di rainews24, la maggior parte dei canali, non hanno fatto altro che affettare la tv generalista. Semmai ci sono esperienze innovative come current tv che viene dagli Usa.
Per quel che riguarda la Rai, già nell’88 dicevamo che bisognava superare il metodo della tripartizione partitica delle tre reti generaliste e ripensare come era stata concepita inizialmente Raitre. Forse è il momento di chiudere con quel tipo di Rai che si è andata nazionalizzando, centralizzando e romanizzando, e ripensare il servizio pubblico come frutto di una pluralità di soggetti e referenti. Quella che credo sia una caratteristica peculiare dell’esperienza europea è quella dello sviluppo del concetto di sistema misto. Può questo essere ripensato in ambito glocal?
I problemi di riforma del servizio pubblico in Italia si trovano oggi confrontati con le questioni concrete di governance.
Come Infocivica sono disponibile a seguire il metodo proposto da Bassetti, arrivare a preparare una serie di documenti che siano in grado di presentare non solo una proposta (o un nuovo manifesto, anche gli appelli hanno una loro stagione), ma di riuscire a lanciare due o tre proposte stimolanti.
La società di oggi è diversa da quella in cui si sono formate le tavole di Mosè del servizio pubblico radiotelevisivo. Cerchiamo di capire i bisogni della società di oggi (quella che alcuni chiamano milticulturale), quali sono i target prioritari ai quali si deve rivolgere un servizio pubblico, partendo da una comprensione di questa società. Cerchiamo di capire a che punto ricomporre la coesione sociale a livello locale, nazionale e transnazionale. In base alla definizione di una nuova mission e comprensione della società, alla nuova architettura dell’offerta per rispondere a nuovo tipo di domanda di coesione sociale, arriviamo a capire se c’è bisogno di un finanziamento pubblico massiccio come quello che c’è stato tradizionalmente. Cerchiamo di capire quali aiuti (di stato) public sono legittimante assegnabili e in base a mission, offerta, finanziamenti, vediamo di avere il coraggio di proporre riformisticamente o rivoluzionariamente una proposta di governance che superi queste commissioni di vigilanza, che richiami le istituzioni ad assolvere una funzione di nuovo indirizzo. Credo che sarebbe utile mettere insieme tre o quattro paper su questi temi.
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