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Commenti al Seminario di Infocivica in collaborazione con Globus et Locus

Milano - 15 gennaio 2009

Nota del Consigliere Lino De Seriis

Non bastano certo 10 righe per commentare esaurientemente il contenuto del verbale della riunione di Milano, vista la quantità di argomenti emersi.

Mi limiterò quindi a fare qualche considerazione su uno dei temi trattati, a mio avviso particolarmente attuale, quello della sfida lanciata dalla TV satellitare Sky sui cieli di tutto il mondo e del livello di penetrazione realizzato dalla pioggia dei prodotti paracadutati nel nostro Paese.

In realtà, in un'ottica sovranazionale, anche Murdoch si muove nella dimensione glocale quando adatta il suo ricco ventaglio di offerte di film, fiction, documentari per lo più di matrice anglosassone ai modelli culturali dei paesi che raggiunge via satellite. Si pensi, ad esempio, alla vasta gamma dei prodotti trasmessi da Sky Italia per la sezione Cinema , come inchieste, backstage, incontri con autori ed attori, interventi di critici, che contribuiscono a rendere più digeribili i contenuti delle storie raccontate nei film. Ciò significa che la dimensione locale dal suo punto di vista sono i confini linguistico - nazionali delle aree raggiunte dal suo segnale.

Inoltre va evidenziato l'aspetto commerciale di questo tipo di operazione comunque culturale, secondo cui la fornitura dei punti vendita, cioè le nostre case, avviene introducendo "merce", e qui non si tratta soltanto delle partite di calcio, diversificata per generi e canali tematici, il tutto in confezione qualità e con il cartellino del prezzo bene in vista, cosa che giustifica il rapporto costo/gradimento.

E' evidente che in questo quadro non è più possibile per la ancora principale, malgrado tutto, industria culturale del Paese, la RAI, restare bloccata a interrogarsi sul dilemma servizio pubblico - canone, ovvero audience - pubblicità. Personalmente ritengo difficile per la RAI adattarsi ai mutamenti del sempre più vasto panorama dei media con semplici operazioni di restyling. Basti pensare all' enorme potenziale ancora inespresso rappresentato da internet, che, oltre a poter fare da contenitore per tutte le forme audiovisive conosciute (TV, cinema, grafica, radio, giornali...), possiede una caratteristica peculiare innovativa visto che si tratta di un mezzo dai flussi comunicativi multidirezionali, cioè da molti a molti e per di più in tempo reale.

A mio avviso, la RAI dovrebbe essere sottratta all'abbraccio mortale di Mediaset e ripensare il rapporto col mondo della cultura: Università, Editoria, Cinema, Teatro, facendo riferimento alle categorie più rappresentative e ponendo al centro della "mission" aziendale la formazione di una nuova generazione di operatori culturali.