Il ruolo del servizio pubblico in Italia e in Europa
1. In Italia, come negli altri paesi europei, il servizio pubblico radio televisivo, che per decenni ha accompagnato con successo la nascita e lo sviluppo degli strumenti della comunicazione e della società di massa, attraversa ormai da anni una fase di difficoltà e di incertezza circa al suo ruolo e il proprio avvenire.
La crisi finanziaria e di identità, innescata dall’avvento della televisione commerciale e dalla crescente diffusione dei nuovi media, di internet e della telefonia mobile, è anche espressione della profonda trasformazione della società in cui viviamo.
Perché, dunque, chiedere il rilancio del servizio pubblico in un sistema misto della comunicazione ormai compiutamente maturo, e, soprattutto, in quali forme?
Innanzitutto per disporre di strumenti di navigazione guidata e di stimolo educativo nell’universo della comunicazione.
Lo reclama la nuova società multietnica, dove si vanno a costruire identità e appartenenza; lo richiedono le nuove e vecchie crisi sociali, il bisogno di sicurezza e le incertezze per il futuro.
Abbiamo bisogno di uno strumento di guida che sia luogo di tutti e dove per nessuno sia possibile barare.
Vogliamo una bussola, uno strumento di navigazione che non può più essere limitato ai tradizionali media di radio e televisione, ma che deve operare a tutto campo anche nei nuovi media interattivi.
2. Infocivica condivide l’idea che il sistema misto pubblico/privato, ormai insediatosi ovunque, offra garanzie di equilibrio tra libertà d’impresa, pluralismo e comunicazione pubblica: deve continuare a soddisfare con un’offerta assai differenziata e flessibile una domanda che si va ulteriormente frammentando.
Tuttavia, affinché questo equilibrio potenzialmente virtuoso possa mantenere le sue promesse, è indispensabile che il servizio pubblico riacquisti pienamente coscienza di sé, ridefinendo la propria funzione e programmando il futuro.
Il servizio pubblico ha una missione: essere lo specchio nel quale comunità nazionale e processo di integrazione europea possano leggersi e interpretarsi, diventando luogo principale di scambio culturale e di formazione per una nuova cittadinanza, regionale, nazionale ed europea.
3. Per conseguire il rilancio del servizio pubblico nei vecchi e nei nuovi media, siano essi lineari, interattivi o partecipativi, occorre adempiere a tre condizioni preliminari:
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un maggior distacco e una netta indipendenza del servizio pubblico dalle esigenze e dalle preoccupazioni di corto e cortissimo termine dei partiti politici e di qualsiasi altro gruppo di pressione, da ottenersi con la creazione di uno strumento di garanzia costituzionale a salvaguardia dell’autonomia delle concessionarie del servizio pubblico;
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la fiscalizzazione delle risorse da canone, in modo che esse perdano ogni carattere di aleatorietà e assicurino una quota maggioritaria rispetto agli introiti derivanti da altre attività di tipo commerciale;
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una politica industriale in grado di favorire il costante rinnovamento tecnologico e di assicurare una presenza pubblica nelle reti, difendendo così l’accesso di tutti i cittadini.
4. Solo in seguito a queste riforme, diventerà possibile dedicare, in piena libertà, un’attenzione particolare ai contenuti resi accessibili nel nuovo ambiente della comunicazione digitale crossmediale interattiva. Il carattere di servizio pubblico deve riguardare tutta l’offerta, tutti i generi e tutti i target, estendendosi dai tradizionali canali radio-televisivi lineari alle nuove tipologie di comunicazione bidirezionale e radiale.
5. Il percorso di rinnovamento sin qui schematicamente descritto ha come sfondo naturale e come costante riferimento la situazione dei paesi europei e la politica dell’Unione Europea. Per tre ragioni:
- perché abbiamo un interesse strategico a mantenere contatti e a promuovere approfondimenti dell’integrazione con la realtà europea;
- perché lo sviluppo tecnologico dei nostri paesi esige regolari evoluzioni normative comuni e la convergenza degli investimenti;
- perché il servizio pubblico, in particolare, richiede un aggiornamento del Protocollo annesso al Trattato di Amsterdam e la ripresa delle riflessioni sulle iniziative mediatiche direttamente gestite dalle Istituzioni comunitarie.
6. Per tutte queste ragioni Infocivica si fa promotrice di una Conferenza_Europea_sui_media_di_servizio_pubblico_nella_società_dell'informazione edella_conoscenza, programmata nell'autunno del 2012 a Torino.
La Conferenza sarà l’occasione per presentare un Libro verde sul tema, conclusione di un lavoro biennale di ricerca, articolato in quattro incontri seminariali e gestito dal cosiddetto Gruppo di Torino.
Roma, 27 aprile 2010
Gerardo Mombelli (Presidente), Antonella Anselmo, Gianni Bellisario, Daniela Benelli, Manlio Cammarata, Ugo Cavaterra, Nicola Cona, Tiziano Cristani, Lino De Seriis, Loreta Di Fazio, Chiara Ferrigno, Simonetta Fontana, Luciano Gambardella, Maria Gabriella Garsia, Giuliano Lemme, Elio Matarazzo, Giacomo Mazzone, Andrea Melodia, Carlo Monti, Bino Olivi (Presidente onorario), Massimo Pasquini, Armando Pristerà, Claudio Roberti (tesoriere), Carlo Rognoni, Carlo Troilo, Bruno Somalvico (Segretario), Laura Testa e Ivana Trevisani.
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