Robert Castrucci
Fondazione Ugo Bordoni, Roma
Comunicazione virale e contenuti di servizio pubblico
L'attività del telespettatore è stata a lungo indagata negli studi sulle comunicazioni di massa. A partire dalla formulazione della “Two step flow theory” di Katz e Lazarslfeld, continuando con il filone dei cultural studies, fino ad arrivare alle più recenti indagini, ad esempio, di Henry Jenkins, emerge in tutta evidenza un ruolo dello spettatore incentrato sulla dimensione della partecipazione. Partecipazione che, in un ambiente tecnologico fortemente convergente e interattivo, si traduce in un'estrema accelerazione dell'attivismo dello spettatore, che si appropria dei contenuti televisivi in forme, modi e tempi non previsti in origine, dando luogo a dinamiche di condivisione reticolare non propriamente prevedibili o progettabili da parte delle emittenti.
Alcuni autori dichiarano finita l'epoca della Tv pedagogica proprio per sottolineare la fine del potere del palinsesto e del boradcaster nel determinare la tipologia e la qualità dei contenuti fruiti dagli utenti. Questo punto riguarda le emittenti di servizio pubblico in particolare, dal momento che il loro paradigma deriva dall'originaria missione di “informare, educare, intrattenere”. Risulta evidente come sia necessaria una profonda revisione delle modalità con cui questa missione possa essere svolta nell'ambiente digitale reticolare, mentre sembra ancora da risolvere il dubbio circa la possibilità di poter continuare a svolgere questa missione tout-court.
La rete Internet sta evolvendo verso modelli di fruizione basati sul social networking, dove il potere di influenza degli opinion leader risulta enormemente accresciuto. Le audience attive e interattive continuano ad apprezzare contenuti professionali e sembra in via di superamento anche la lunga querelle legata allo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale. Nuovi modelli di business emergono dalle strategie innovative delle aziende tecnologiche globali (da Apple a Google a Facebook), in grado di offrire una remunerazione ai produttori di contenuti.
Tuttavia, le soluzioni in via di sperimentazione e che sono rapidamente destinate a formare gli standard di fruizione e di remunerazione del prossimo futuro, presentano luci e ombre per le aziende di servizio pubblico. Le luci riguardano la possibilità di ristabilire un contatto con fasce di pubblico che in maniera crescente erano sfuggite alle vecchie forme di trasmissione broadcast, le ombre riguardano almeno due nodi: uno relativo alla catena del valore, l'altro alla dimensione geografica dei mercati. Le aziende che si stanno affermando come nuovi gate-keepers, come intermediari tra contenuto e pubblico sono aziende tecnologiche che, pur non producendo contenuti direttamente, mantengono una forte presa sul pubblico (anche grazie a potenti esternalità di rete) ed esercitano, di conseguenza, una notevole forza competitiva sui produttori di contenuto, comprese le aziende di servizio pubblico. Inoltre, i nuovi gate-keepers sono aziende globali che danno luogo a piattaforme di fruizione planetarie, in opposizione ai vari servizi pubblici confinati a dimensioni nazionali.
Il mondo televisivo in generale e le aziende di servizio pubblico in particolare stanno mettendo in campo diverse strategie, in parte incentrate sullo sfruttamento del mezzo televisivo hertziano (ad esempio, con lo sfruttamento degli eventi in diretta e con la creazione artificiosa di eventi), in parte incentrate sull'evoluzione qualitativa del contenuto televisivo a prescindere dalla specifica piattaforma di fruizione, in parte incentrate su di una presenza multimediale e post-televisiva in Internet.
Certo è che se le aziende di servizio pubblico vorranno continuare a contribuire a plasmare i valori e i modelli comportamentali delle proprie società di riferimento, dovranno abbandonare le comode rendite di posizione basate su tecnologie e mercati in via di superamento, per concentrarsi su autorevolezza, qualità e reputazione, trovando modi e forme per affrontare il mercato globale da protagoniste. |