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di servizi di pubblica utilità nella società dell'informazione.“
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Fondazione Ugo Bordoni - Roma
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IDENTITA’ E DIVERSITA’ DELL’EUROPA 
L'integrazione comunitaria nelle prospettive del
servizio pubblico crossmediale


II. LE SFIDE DELLA RETE PER LA CREAZIONE DI
UN NUOVO "SPAZIO PUBBLICO"
IN AMBITO LOCALE, NAZIONALE ED EUROPEO


Un'iniziativa di Infocivica in vista di una Conferenza Europea su

I MEDIA DI SERVIZIO PUBBLICO
NELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA



2011 63.ma edizione

RAI SALA MUSEO DELLA RADIO E DELLA TV

Via Verdi 16 - TORINO
19 SETTEMBRE 2011
ORE 9.00 - 14.30

CONTRIBUTI DI INFOCIVICA AL SEMINARIO

Verso l'evoluzione del
Protocollo sul sistema di radiodiffusione pubblica
annesso al Trattato di Amsterdam del 1997

L'iniziativa di Infocivica e del Gruppo di Torino su
"I media di servizio pubblico nella società dell'informazione e della conoscenza"

 

L'iniziativa di Infocivica giunge al suo terzo incontro con il network universitario europeo - riunito a Torino al Prix Italia - affrontando il tema dell'offerta crossmediale e "Le sfide della Rete per la creazione di un nuovo spazio pubblico in ambito locale, nazionale ed europeo”, nell'ambito del progetto "Identità e diversità dell'Europa" avviato in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, la Fondazione Ugo Bordoni e il Salone Italiano della Comunicazione Pubblica e Istituzionale

L'obiettivo è la preparazione da parte del "Gruppo di Torino" di un Libro verde sul servizio pubblico crossmediale in ambito europeo. Il documento sarà sottoposto all'approvazione nella sessione conclusiva della Conferenza europea prevista a Torino nel novembre 2012.

Il Libro verde dovrà stimolare l'iniziativa delle istituzioni internazionali (Consiglio d'Europa, Commissione europea, Parlamento europeo) in vista di un'azione comune dei Paesi membri per la ridefinizione della natura dei media di servizi pubblico nella società dell'informazione e della conoscenza, nella prospettiva di un'evoluzione del Protocollo annesso al Trattato di Amsterdam.

A quattordici anni dal Protocollo e a dieci dalla "Comunicazione della Commissione relativa all'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di radiodiffusione", il quadro generale è profondamente mutato. Si sono diffusi a livello planetario i media digitali, trasportati dalle reti aperte.

Sono nati e si sono sviluppati nuovi modelli di comunicazione e informazione. Quella che negli anni '90 del secolo scorso veniva annunciata come "convergenza" dei media si è evoluta in un ambiente che definiamo "cross-mediale", nel quale i flussi dei media tradizionali si intersecano e si fondono con i nuovi media. Sulla scena è apparso un nuovo protagonista: il pubblico, non più passivo destinatario di contenuti, ma fornitore attivo di informazioni e spunti critici.

In questo contesto il servizio pubblico non può più essere solo "radiotelevisivo". Deve diventare cross-mediale, sfruttando l'intero spettro delle nuove forme di comunicazione e divenire sostanzialmente "interattivo". Non più unidirezionale, dalle emittenti al pubblico, e anche oltre l'idea di comunicazione bidirezionale: lo schema della rete, con i suoi nodi, i suoi incroci e la sua frammentazione, deve essere adottato come modello anche per il servizio pubblico.

Il Libro Verde dovrà quindi condurre in primo luogo a una visione dei servizi pubblici, in ambito europeo, e anche su scala europea, che rifletta le mutazioni intervenute non solo nelle tecnologie, ma soprattutto nei modelli sociali. Sempre più frammentati e mobili nelle scelte dei canali di diffusione e dei contenuti che sono offerti dai canali stessi.

Tutto questo comporta un ampliamento della "missione di servizio pubblico" con un corrispondente allargamento dell'offerta, che non può più essere limitata ai servizi radiotelevisivi secondo il tradizionale modello di broadcast, ma coprire l'intero sistema cross-mediale in un'ottica di ricomposizione della frammentazione sociale.

Passare dal palinsesto basato sul broadcast all'offerta cross-mediale significa impostare un nuovo assetto organizzativo ed editoriale. Il che comporta, naturalmente, anche diverse fonti di finanziamento.

Si impone quindi una riflessione sulla natura del concessionario – o dei concessionari – del servizio pubblico, delle sue regole di governance e di verifica dello svolgimento dei suoi compiti, in una nuova catena del valore che abbia come riferimento un principio di sussidiarietà (il servizio pubblico deve fare anche tutto quello che i privati non possono o non hanno la convenienza di fare).

La domanda di fondo è se il servizio pubblico debba essere affidato a un soggetto pubblico oppure sia da perseguire un'armonizzazione degli intenti fra vari soggetti editoriali che concorrano a realizzare un'offerta aderente ai bisogni definiti sulla base delle trasformazioni della società.

Il percorso verso la redazione del documento prevede una serie di incontri aperti ad altri studiosi ed esperti nonché ad osservatori in rappresentanza del Consiglio d'Europa, della Commissione Europea, dell'OCSE, dell'UIT e dell'Unesco.

L'incarico di preparare le linee guida del documento è affidato a un gruppo di lavoro ristretto formato dai Relatori dei quattro Rapporti e coordinato dal prof. Enrique Bustamante Ramirez (incaricato di redigere le conclusioni e una sorta di Documento di sintesi del Libro verde): il gruppo potrà avvalersi dell'assistenza di Infocivica e in particolare di Gianni Bellisario , Manlio Cammarata, Giacomo Mazzone , Andrea Melodia e Gerardo Mombelli.

Il risultato dovrebbe essere un nuovo modello, da formalizzare in un documento paracostituzionale come il Protocollo di Amsterdam, in cui si riaffermi l'insostituibilità dei media di servizio pubblico nella società dell'informazione. Non è realistico immaginare a breve termine la sostituzione del protocollo del 1997, ma è possibile una collaborazione tra Paesi membri dell'Unione europea e istituzioni internazionali, sovranazionali o intergovernative per la preparazione di un'iniziativa mondiale da presentare all'Esposizione Universale di Milano del 2015.

(di Manlio Cammarata)