Osservazioni sul Disegno di legge Gentiloni
e sulle proposte di Giancarlo Bosetti e Alessandro Ovi
contributo alla discussione di Bruno Somalvico
(Segretario Generale Associazione Infocivica - Gruppo di Amalfi)
15 gennaio 2008
LA MISSIONE DI INFOCIVICA NELLA FASE ATTUALE
Oggi dunque Infocivica si deve sentire meno sola e deve battersi perché anche in Italia il servizio pubblico trovi la propria via nazionale al “tutto digitale” e veda nella convergenza multimediale l’occasione non per aggravare ulteriormente la divisione fra i propri cittadini ma per realizzare una nuova coesione sociale, facendo del servizio pubblico la voce degli abbonati al canone e uno strumento per il dialogo con le istituzione e per la formazione e l’educazione civica.
Infocivica deve mantenere intatta la mission che ci ha spinti a fondarla ovvero quella che potremmo definire un’assoluta equidistanza rispetto agli schieramenti politici democratici di centrodestra e di centrosinistra, un confronto senza pregiudiziali fra cultura, principi e valori del mondo laico e del mondo cattolico, una funzione di arbitro e di moderatore assegnata ai giornalisti e agli operatori del servizio pubblico nell’informare i cittadini e nell’intervistare la classe dirigente, un’assoluta adesione al rinnovo della missione del servizio pubblico così come l’avevano intesa quei lord inglese oltre 80 anni fa.
Il fatto che oggi non ci sentiamo più così soli non deve affatto mutare il nostro atteggiamento di neutralità assoluta nei confronti del quadro politico, qualunque esso sia: nessun collateralismo ma assoluto spirito da civil servant nella profusione di energie tese alla realizzazione del progetto del canale Infocivica e dei servizi ad esso connessi così come li avevamo individuati ad Amalfi. Rimaniamo convinti che il canale Infocivica possa trovare il proprio spazio nella fase attuale di riconfigurazione editoriale dell’offerta del servizio pubblico nell’universo “tutto digitale” prossimo venturo e di fronte alle istanze e richieste di informazione e di formazione dei cittadini provenienti dall’Unione Europea e dagli Enti Locali, come ben evidenziato nel nostro Manifesto programmatico.
L’Appello di Infocivica vuole essere un invito alla classe dirigente di questo Paese a mettere al centro delle riforme non la mera questione del futuro della Rai, quanto di un importante architrave che deve accompagnare lo sviluppo della nuova società dell’informazione e della conoscenza, nell’epoca della globalizzazione ma anche della rinascita dei conflitti etnici, religiosi, e dei paventati scontri di civiltà che evidentemente richiedono un nuovo approccio alle problematiche legate alla soluzione della “questione nazionale”. Un architrave che va presieduto e governato in modo del tutto inedito rispetto all’articolazione tradizionale centro-periferia, direzione generale-sedi regionali, ma che probabilmente deve investire una molteplicità di imprese, di soggetti e di ambiti, in grado di soddisfare coerentemente alle nuove missioni che verranno individuate ed ai finanziamenti che verranno loro assegnati – le esigenze di una pluralità di organismi locali, regionali, nazionali ed europei.
Infocivica può favorire - in questa nuova Babele elettronica - la ricerca di alcuni punti di convergenza fra i diversi ambiti istituzionali nella definizione delle missioni, della Governance e del finanziamento delle attività che verranno realizzate da questa molteplicità di soggetti, ma che deve avere certamente nel riassetto della Rai la spinta iniziale, un autentico ruolo di apripista, come quello esercitato nel Regno Unito dalla BBC. Sotto questo profilo Infocivica potrà esercitare anche una funzione di documentazione sulle migliori esperienze avviate in Europa in questa direzione e perché no? esercitare un’azione di sensibilizzazione e di lobbying nei confronti dei decisori politici, a favore del consolidamento del dialogo e dell’informazione fra cittadini e istituzioni, e laddove necessario, alla stregua di un’associazione di tutela dei consumatori, non trascurare la denuncia nei confronti di qualsiasi attività che sia contraria alla missione di servizio pubblico o comunque nociva alle finalità da esso perseguite.
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