EVENTO INFOCIVICA - GIORNATA ITALIANA EUROVISIONI 2008
Roma Raccolta teatrale e Biblioteca del Burcardo – 22 ottobre 2008
LA GRANDE TELA CROSSMEDIALE NELL'ERA DEI SAPERI DISTRIBUITI
Scaletta della relazione introduttiva di Edoardo Fleischner
Infocivica a Eurovisioni 2008 – 22 ottobre 2008
Seconda sessione L’Italia verso la Multimedialità:
Centocinquantenario dell’Unità d’Italia e Milano Expo 2015
I futuri d’ogni cittadino del mondo, i gomitoli con cui ogni abitante del Pianeta tesse e tesserà la propria tela, sono composti dai fili delle proprie ricerche, emozioni, sogni, idealità, conoscenze, nozioni, compe-tenze, saperi. Nel terzo millennio vorrei ipotizzare che ogni individuo abbia il diritto inviolabile di com-porre tali fili. Il disegno della sua tela sarà poi affidato alle sue creatività.
Vorrei anche ipotizzare che ogni società si adoperi perché ognuno possa godere senza ostacoli, di questo fondamentale “diritto alla tessitura”.
I grandi memorizzatori e dispensatori di nozioni-competenze-ricerche-conoscenze-emozioni-idealità-creatività sono stati per millenni le affabulazioni, i papiri, i teatri, i libri, i giornali, e poi i film, le radio-televisioni, con i propri “percorsi” distributivi, coi propri sistemi mediatici. Ma alla fine del secondo millennio arrivano le scritture e le letture digitali, dove testi, suoni e immagini diventano 0 ed 1.
Il digitale abbatte i costi dell’hardware, unifica lo strumento d’ogni produzione multimediale nel perso-nal computer, distribuisce contenuti e servizi sempre più col solo protocollo Internet, fa convergere tutti i media in ogni possibile terminale d’uso.
Così, dopo millenni di pochissimi editori e selezionatissimi autori, la soglia d’ingresso alla produzione dei contenuti e alla loro distribuzione mediatica si abbassa di centinaia di volte. Nasce la crossmedialità, ovvero l’ordito della tela di nozioni-competenze-ricerche-conoscenze-emozioni-idealità-creatività.
Ognuno può permettersi la spesa di diventare editore di se stesso e la base autorale del mondo dei con-tenuti e dei servizi si amplia come mai era avvenuto nella storia dei media.
In particolare i soggetti collettivi possono ritirare la delega da sempre fatta ai media e diventare “media essi stessi”, passando da una sempre subita mediazione a un primo livello di immediazione, tessendo, con media vecchi e nuovi, canali ad assetti continuamente variabili.
Enti, istituzioni, consigli, assemblee, giunte, governi, organizzazioni, agenzie, fondazioni, istituti, enci-clopedie, archivi, scuole, università, accademie, conservatori, auditori, teatri, associazioni, comunità, comitali, reti e aziende d’ogni dimensione, d’ogni stato giuridico e proprietà si fanno media e diventano immedia.
Un ulteriore grado di immediazione viene conquistato dai singoli autori/editori che trovano nelle opere collettive e collaborative altri fili da tessere per la tela dei saperi.
Ed infine arrivano i milioni d’autori/editori che “immediano” la loro creatività con infiniti fili nella tra-ma della “Grande Tela”.
I soggetti della immediazione possono ora ottimizzare le loro produzioni di nozioni-competenze-ricerche-conoscenze-emozioni-idealità-creatività nella prassi del Grand Master che pianifica per ogni progetto uno sciame, una galassia, un grappolo di contenuti e servizi, declinando e ottimizzando la crossmedialità.
Ogni filatore ed ogni tessitore, in differente modo organizzato, si attiva per conquistarsi le infinite “code lunghe” dei miliardi di fruitori della rete fissa e mobile.
Molti dei grandi mediatori commerciali, industriali e di servizio pubblico rischiando, nel frattempo, di impiccarsi col loro stesso obsoleto canapo, cercano, alcuni con affanno e un po’ alla cieca, di riconver-tirsi in plausibili tessitori.
I mercati globali dei saperi dovranno tessere la Grande Tela Crossmediale dei nostri saperi, “mai più senza di noi”, individui glocali.
Dovranno anche tessere le “nuove enciclopedie”, veramente “circolari”, dell’apprendimento permanen-te, il vero welfare del terzo millennio, che non si chiudono più in volumi ma si aprono agli autori d’ogni luogo, sono aggiornate minuto dopo minuto, parlano centinaia di lingue, sono ipermediali e collaborati-ve. “Ipermediali” e “collaborative”, perciò sempre sul limite della guerriglia delle citazioni, dell’inquinamento dei percorsi, e della fragilità delle nozioni. Potranno questi limiti essere controbilan-ciati – dialetticamente? – dal “controllo” da parte della “comunità dei fruitori finali”, come il mondo re-ticolare del web prescrive? Ma i saperi, la scienza e la conoscenza, potranno mai essere “democratici” o invece, se affidati al popolo distribuito e connesso, saranno solo e sempre populisti?
edoflei@infinito.it
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